Riprendere come c’eravamo lasciati,a suon di gol, quando parliamo del nostro bomber principe, l’attaccante italiano più forte in assoluto in questo momento , l’uomo dal piede caldo, il biondissimo, il simpaticissimo Ciro Immobile.

Dopo una fase di preparazione dove i suoi muscoli sono stati affaticati, come normale che sia, ora sta cominciando a prendere una forma tonica e lucida anche sotto rete, il suo dinamismo come sempre lo contraddistingue come tipologia di attaccante rendendolo unico nel suo genere.

Dialoga con Felipe Anderson  come Dante fece con  Virgilio, facile quando hai un folletto magico con una qualità infinita nei piedi come il giocatore brasiliano, ma Ciro ha il fuoco dentro, e ha soprattutto la consapevolezza di aver trovato casa. I suoi tifosi, ovvero tutti noi aspettavamo  l’erede di Klose lo scorso anno, Klose è un dio del pallone parliamoci chiaro, ma questo ragazzo ha conquistato tutti a suon di gol e  simpatia, amabile, ma allo stesso tempo determinare a far rispettare i dettami di spogliatoio assieme ai senatori. Essendosi integrato rapidamente ha preso una posizione di leader nel gruppo, viene rispettato, e rispetta di conseguenza i suoi compagni, sta incarnando ogni giorno di più quello spirito laziale, e quel lazialismo, che tutto noi vorremmo vedere ad ogni nostro giocatore fin quando indossa la nostra magnifica maglia.

Ieri ha incantato la platea, chiaramente non solo lui, ma quando un bomber ti butta dentro due palloni di una pregevolezza unica, si ,in un’amichevole estiva, ma pur sempre contro la numero 11 del ranking uefa e non proprio una squadra di boscaioli, ti balza agli occhi e non posso fare a meno che continuare sull’onda della scorsa stagione, ovvero tessendo le sue lodi. Le sua duttilità fa si che ogni suo compagno di reparto non fatichi a trovare la giusta dimensione tra gli spazi da attaccare e quelli da coprire, Ciro ha la capacita di rendere pregevole anche il lavoro di Milinkovic perché non spreca quasi mai quei palloni che il ragazzone venuto da un pianeta lontano spizza di testa. Sempre pronto, come  una vera e propria aquila famelica che con pazienza e precisione dopo un volteggio localizza la sua preda e tuffandosi in picchiata l’afferra con i suoi poderosi artigli, lui inquadra il bersaglio infilando alle spalle dei portieri avversari gol di tutti i tipi.

Il primo gol di ieri quando è stato assistito da un assist veramente intelligente di Alessandro Murgia di petto, ha saltato il portiere  portandosi in una posizione che sarebbe potuta diventare quasi proibitiva, invece lui azzecca il pertugio giusto per il gol del vantaggio biancoceleste. Ma la perla, il gran gol, lo compie quando mette a segno la terza marcatura mettendo una palla a girare deliziosa e molto precisa, una palla che sibilava melodie al miele nel tragitto prima di addormentarsi come in preda ad un incantesimo positivo dentro la rete difesa da Leno.

Mi piace puntualizzare in questi termini questo gesto atletico, perché Ciro non ha proprio nel suo dna un gol di quella fattura, ciò dimostra che non si finisce mai di imparare e che la sua maturazione calcistica è ancora in atto, per cui assisteremo in questi anni ad un escalation oltre che tattica anche tecnica del nostro Ciro.

Mi piace scrivere queste righe ad un eroe per molti bambini, un ragazzo che regala palloni durante un allenamento in ritiro, un giocatore che evoca passione e ti fa urlare al gol con una continuità pazzesca, ma la cosa bella è che questo ragazzo ha una normalità bellissima, forze è proprio quella che lo rende straordinario.

FORZA LAZIO SEMPRE

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